Se allunghiamo le dita della nostra mano, esse si legano una ad una per formare un cerchio perfetto.
Con un inizio ed una fine.
Ma se allentiamo la presa, il cerchio si sfalda e dà vita ad innumerevoli forme che non riusciamo a decifrare né a nominare.
La vita è tutta qui.
In un cerchio che si chiude perfetto, quando tutto si compone a meraviglia.
In innumerevoli e indecifrabili forme, quando la vita stessa non conosce modi e tempi per mostrarsi diversa.
Noi siamo il silenzio, quando lasciamo che quel cerchio assuma la forma che vuole.
Noi siamo il rumore, quando non diamo alla vita la possibilità di far ascoltare la sua voce.
Noi siamo un libro lasciato in un posto sicuro, quando non sappiamo fare altro se non dare a qualcuno la possibilità di conoscere una storia.
Noi siamo i petali di una rosa che cambia il suo profumo e che invecchia senza perderlo tra le pagine di un diario nascosto chissà dove.
Noi siamo le illusioni da cui spesso vogliamo guarire, per paura di perdere quella forma che tiene unite le dita di una mano.
Noi siamo la pretesa di non voler nessuno accanto e al contempo il bisogno di confrontarci sempre con l’altro.
Siamo la paura di non capire la forma che sta assumendo la nostra vita, e per questo diventiamo bambini, figli dei più folli capricci.
Ma se proviamo a lasciar libera la mano, senza forzarla in forme circoscritte o in cerchi perfetti, scopriremo che è quella la forma fatta apposta per noi.
Magari domani sarà diversa, perché noi saremo diversi, pur avendo la stessa carne e lo stesso respiro.
Siamo noi la libertà di essere quello che vogliamo essere.
Come le dita di una mano che raccontano una storia che non morirà mai.
Perché libera, come la tua.
E perchè è solo sfogliando quella storia che capirai che non esiste e non esisterà mai una mano come la tua.