“E’ un canone inverso la musica che può contenere la memoria del mondo?”
Con queste battute si apre una delle prime scene di un film capace di cambiare la percezione dello scorrere del tempo.
Un pianoforte e un violino al tempo del nazismo.
Dal romanzo di Paolo Maurensig, Ricky Tognazzi traspone sullo schermo la storia di Jeno, ragazzo cresciuto con la musica nel sangue, e di Sophie, pianista ebrea di successo.
E’ un canone inverso la ninna nanna che Jeno ascolta dalla voce di sua madre.
E’ un canone inverso quello che lui si ritrova a suonare per l’ultima volta.
Una composizione per due violini: uno che suona la musica in maniera classica e l’altro che la legge al contrario, dalla fine all'inizio.
Una sinfonia inversa, scritta da un padre per i suoi due figli, della quale solo uno non ne conosce l’esistenza, pur ricordandola.
Sinfonia inversa.
Così come inversa appare questa storia sin dalla prima scena: un uomo si aggiudica un violino all’asta, mentre un giovane suona al violino una melodia per una ragazza seduta al tavolino di un bar.
Con queste battute si apre una delle prime scene di un film capace di cambiare la percezione dello scorrere del tempo.
Un pianoforte e un violino al tempo del nazismo.
Dal romanzo di Paolo Maurensig, Ricky Tognazzi traspone sullo schermo la storia di Jeno, ragazzo cresciuto con la musica nel sangue, e di Sophie, pianista ebrea di successo.
E’ un canone inverso la ninna nanna che Jeno ascolta dalla voce di sua madre.
E’ un canone inverso quello che lui si ritrova a suonare per l’ultima volta.
Una composizione per due violini: uno che suona la musica in maniera classica e l’altro che la legge al contrario, dalla fine all'inizio.
Una sinfonia inversa, scritta da un padre per i suoi due figli, della quale solo uno non ne conosce l’esistenza, pur ricordandola.
Sinfonia inversa.
Così come inversa appare questa storia sin dalla prima scena: un uomo si aggiudica un violino all’asta, mentre un giovane suona al violino una melodia per una ragazza seduta al tavolino di un bar.
Una melodia inversa.
Lo stesso canone inverso da cui si ricapitola tutta la storia.
Sophie, Jeno e la musica.
Lui voleva suonare con lei, e ci riesce.
Lei voleva scappare, ma non ce la fa.
Un petalo di una rosa rossa sui tasti di un pianoforte prima di un concerto è il segno di un amore che si ostina a vincere sulla cattiveria degli uomini, sull’improbabile diversità di una razza, sullo sterminio ingiustificato di uomini perduti dietro falsi ideali.
Lo stesso amore che si trasfigura nelle note di un violino e che sembra sfidare il filo spinato di un campo di concentramento.
L’amore di un uomo e di una donna, l’amore di un padre ritrovato, l’amore insuperabile di un fratello.
L’amore della e per la musica.
Lo stesso canone inverso da cui si ricapitola tutta la storia.
Sophie, Jeno e la musica.
Lui voleva suonare con lei, e ci riesce.
Lei voleva scappare, ma non ce la fa.
Un petalo di una rosa rossa sui tasti di un pianoforte prima di un concerto è il segno di un amore che si ostina a vincere sulla cattiveria degli uomini, sull’improbabile diversità di una razza, sullo sterminio ingiustificato di uomini perduti dietro falsi ideali.
Lo stesso amore che si trasfigura nelle note di un violino e che sembra sfidare il filo spinato di un campo di concentramento.
L’amore di un uomo e di una donna, l’amore di un padre ritrovato, l’amore insuperabile di un fratello.
L’amore della e per la musica.
Sono tanti i film che regnano nelle sale cinematografiche, sono pochi quelli che rimangono dentro.
Ma rari, sono quelli da cui scopri un nuovo dettaglio ogni volta che li riguardi.
Un dettaglio che ti racconta la vita, quella che sa di verità.
Perché, come diceva Flaubert “Dio è nei dettagli”.
Ma rari, sono quelli da cui scopri un nuovo dettaglio ogni volta che li riguardi.
Un dettaglio che ti racconta la vita, quella che sa di verità.
Perché, come diceva Flaubert “Dio è nei dettagli”.
E "Canone inverso", è uno di questi.