sabato 1 agosto 2009

Tu che scelta sei?


Sei senza parole. E decidi di rimanerci.
Peccato che i tuoi vicini non siano del tuo stesso parere.
Ore 00:00. Decidi di andare a letto dopo una giornata pesante.
I vicini sono in giardino. E parlano. Anzi, litigano.
Per la precisione, due fratelli abbastanza stagionati, 42 anni lui e 37 anni lei, non smettono di dirsene di tutti i colori per una parola di troppo detta da lei nel bel mezzo di un litigio tra lui e la moglie di lui.
Tra moglie e marito non mettere il dito. Se lei lo avesse fatto, loro si sarebbero risparmiati la litigata e io avrei cercato di dormire (d’accordo, forse no, però almeno ci avrei provato).
Ore 01:00. Il litigio continua a toni molto alti.

Lui: immediatamente te ne devi andare da casa mia.
Lei: apri il cancello che me ne vado pensi non abbia il coraggio.
Moglie di lui: ma finiamola che è tardi, domani mattina ne riparliamo con calma.

Allegra fissa il soffitto sospirando.
Ore 01:30. Il litigio continua.

Lei: stai facendo di tutto per andare in guerra, in pace non ci sai stare.
Lui: perché tu che stai facendo? Peggio peggio.

Buon sangue non mente. Si vede che sono fratelli.
Allegra accende la lucina, si siede in mezzo al letto e si prende le ginocchia tra le braccia.
Poi prende un foglio ed una penna e decide di scrivere la solita lettera che non spedirà mai.
Non sa neanche perché la scrive, ma non ci è dato sapere tutto.
Ore 02:00. Il litigio continua, ma Allegra non lo sente quasi più.
Scrive parole che forse non hanno senso, parole che leggerà solo lei e che respireranno il vuoto di un cassetto.
Poi si addormenta, non sa come.
Ore 06:45. Il sole filtra tra le persiane.
“ Ciao Maria.Tutto bene siamo arrivati proprio adesso”.
Allegra apre gli occhi e li richiude subito dopo.
Oh no! Sono arrivati gli altri vicini.
“Sì il viaggio è andato bene, solo che ho sempre questo mal di stomaco che non mi da pace”.
Ma che bisogno hai di urlare alle 7 mattina del primo di agosto???
Allegra si gira e si rigira.
“Sì ora ci sistemiamo…ma perché non venite a trovarci così chiacchieriamo un po’?”.
Allegra spalanca gli occhi e si alza dal letto.
Decide di infilarsi la sua tuta corta e anticipare di 12 ore la sua corsetta quotidiana.
Esce e si rifugia sulla spiaggia quasi deserta.
Corre, corre, corre. Guarda il mare e corre.
Non c’è il vecchietto che pesca tutte le sere e che le chiede sempre com’è andata la giornata.
Peccato, avrebbe avuto voglia di parlare con lui.
Corre, corre, corre. Poi si ferma.
Respira e butta via i cattivi pensieri.
Si siede poco più in là della riva e guarda il mare.
Da bambina voleva riuscire ad acchiappare quel luccichio, ma tutti le dicevano che era impossibile.
Ora lo guarda e lo ruba con gli occhi.
Poi abbassa lo sguardo e fissa la sabbia.
Il respiro le si ferma. Allunga la mano nella sabbia e solleva una stella marina.
Il ricordo di una promessa fatta a sé stessa che non ha più senso.
Perché trovarla proprio stamattina?
Chiude gli occhi e riprende a respirare.
Non ci è dato sapere tutto. Ci è dato “solo” di sperare. E di scegliere.
Tutta la nostra vita è costellata di scelte.
Qualcuno, prima di noi, decide con quale nome ci presenteremo alla vita e al mondo.
Da neonati scegliamo di attaccarci al seno della mamma per sopravvivere.
Da bambini scegliamo gli oggetti che più ci fanno divertire e giocare, e piangiamo, se non abbiamo proprio quelli.
A scuola scegliamo quale sia la nostra maestra preferita.
Nei momenti di gioco, scegliamo i compagni che più ci assomigliano per poter condividere ogni cosa.
Da ragazzi, scegliamo quale sia la confusione della mente e del cuore che più ci si addice.
A scuola scegliamo le nostre materie preferite, spesso scegliamo i compagni che più non ci assomigliano per poterci confrontare con la diversità.
Scegliamo di ascoltare i consigli degli adulti e poi di non seguirli.
Scegliamo di far parte di un gruppo anche se dentro di noi non ne siamo contenti, oppure scegliamo di rimanere noi stessi anche se abbiamo il mondo contro.
Scegliamo i vestiti che più s’intonano con il nostro aspetto, oppure scegliamo quelli che ci stanno orribilmente male ma che vanno di moda.
Scegliamo il profumo che più ci inebria, oppure quello che abbiamo visto tante volte in pubblicità.
Scegliamo la musica che più ci piace, oppure quella che ascoltano tutti i nostri amici.
Scegliamo i libri che ci aiutano a raccontarci e ad immaginarci il futuro, oppure quelli che sono sempre in vetrina e che lasciamo a metà.
Scegliamo la persona che più ci fa battere il cuore, oppure quella che è la sola che vorrebbe stare con noi, per non rimanere da soli.
Scegliamo la compagnia quando vogliamo non farci sentire e nasconderci.
Scegliamo la solitudine quando vogliamo urlare quello che siamo.
Scegliamo quale sia la nostra strada.
Da giovani, scegliamo di percorrerla.
Scegliamo di realizzare i sogni.
Scegliamo di continuare a studiare o lavorare.
Oppure scegliamo di perdere tempo.
Scegliamo le nostre passioni, oppure scegliamo di non riempire le ore vuote.
Scegliamo di cambiare il mondo, di lasciarlo così com’è o di rovinarlo.
Scegliamo d’impegnarci in qualcosa oppure lasciamo che tutto faccia il suo corso.
Scegliamo gli amici, quelli che riescono a farci vedere il mondo anche da un altro punto di vista.
Oppure scegliamo compagni complici, per paura di guardare oltre quello che siamo.
Scegliamo di vivere laddove siamo nati, oppure di cambiare città.
Scegliamo di credere in Dio oppure di non credere in niente.
Scegliamo di difendere i più deboli oppure di stare dalla parte dei più forti.
Scegliamo di guardare il cielo oppure di non alzare gli occhi da terra.
Scegliamo di voler bene a qualcuno oppure di chiuderci in noi stessi costruendoci assurde difese.
Scegliamo l’unica persona destinata a completare la nostra vita, oppure di rinunciare ad amare.
Scegliamo il coraggio, oppure la paura.
Scegliamo di rischiare, oppure scegliamo di arrenderci.
Scegliamo di illuderci per un gesto, una parola, un sorriso, oppure di guardare in faccia la realtà.
Scegliamo di non farci più del male, oppure scegliamo di mettere fine a ciò che ci distrugge.
Scegliamo di far finta di niente e continuare ad essere quelli di sempre, oppure scegliamo di mantenere le distanze.
Scegliamo di chiudere rapporti oppure di non volerli lasciare andare e tormentare giorno e notte chi ci ha detto “basta”.
Scegliamo di amare qualcuno che non ha bisogno di noi, perché non riusciamo a fare altro.
Scegliamo ciò che ci sembra giusto, oppure quello che è sbagliato ma che non ci fa tanto soffrire.
Scegliamo il tempo per riempire il tempo, oppure il vuoto per riempirlo di vuoto.
Scegliamo di vivere o di morire, o Qualcun altro lo sceglie per noi.
Scegliamo di dire che la vita è bella anche se difficile, oppure che la vita fa schifo perché siamo troppo egoisti.
Scegliamo di capire la sofferenza, oppure di scagliarci contro tutto e tutti perché “noi non la meritiamo”.
Scegliamo di credere nel destino e quando va storto, di mandarlo a quel paese.
Scegliamo di essere forti quando siamo deboli, oppure di essere deboli per trovare la forza.
Scegliamo di dire la verità, oppure di scriverla in una bugia.
Scegliamo di conservare i ricordi, oppure di dimenticare il passato.
Scegliamo di perdonare, oppure di provare rancore.
Scegliamo di sederci in prima fila, oppure di lasciare il posto a qualcun altro.
Scegliamo di amare il mare o la montagna, le rose bianche o le rose rosse, le fragole o le ciliegie, il cioccolato al latte o quello fondente.
Scegliamo di guidare la macchina o andare in bicicletta, di passeggiare per le strade o di affacciarci alla finestra.
Scegliamo di capire oppure fare finta di niente.
Scegliamo di domandare oppure di accontentarci delle prime risposte date.
Scegliamo di accendere la luce per vedere nel buio, oppure di abbassare le tende anche quando il sole è alto.
Scegliamo di volere tutto per goderci la vita, oppure di volere la vita per poter apprezzare tutto.
Da adulti, scegliamo di formare una famiglia oppure di vivere da soli.
Scegliamo di viaggiare da un capo all’altro del mondo, oppure di costruirci una stabilità.
Scegliamo il lavoro per cui siamo fatti, oppure quello che ci è capitato al momento.
Scegliamo di fare dei figli e di amarli per come sono, scegliamo di non farli per non riempirci la vita di altre responsabilità, oppure scegliamo di metterli al mondo per capire noi stessi.
Scegliamo di essere fedeli alla persona a cui abbiamo giurato amore eterno, oppure di far crollare le promesse.
Scegliamo di essere soddisfatti della nostra vita, oppure di rimpiangere ogni secondo passato.
Scegliamo di fermarci e ricominciare, oppure di lasciarci andare ed accettare quello che viene.
Scegliamo di tornare a casa stanchi ma felici, oppure stanchi con la voglia di chiuderci in camera da soli.
Scegliamo di passare le nostre serate davanti la TV, oppure di inventarci ogni momento insieme alle persone care.
Scegliamo di non dimenticarci degli amici, oppure di fare finta di essere soli.
Da anziani, scegliamo di fare i conti con il nostro passato oppure dimenticarci di quello che siamo stati.
Scegliamo quello che gli altri scelgono per noi, oppure quello che noi vogliamo.
Scegliamo di viziare i nipoti, oppure di non volerli vedere crescere.
Scegliamo di rimpiangere il tempo passato, oppure di inventarci il nuovo presente.
Scegliamo di continuare a credere in Dio, oppure di ribellarci perché non ci ha dato quello che volevamo.
Scegliamo di imparare a credere in Lui, oppure di continuare a credere che non ci sia niente oltre il mondo.
Scegliamo di lamentarci ogni secondo, oppure di reagire anche alle sofferenze più grandi.
Scegliamo di stringere fra le mani una stella marina, oppure di ributtarla in mare.
Il sole è ormai alto. Allegra si alza e decide di tornare a casa.
Guarda il mare e si ricorda di una favola scritta poco più di un mese fa.
La favola in cui una principessa salva il suo principe grazie ad una stella marina.
Respira e si morde il labbro.
Guarda la stella marina e la ributta in mare, più lontano che può.
Se la storia della nostra vita iniziasse sempre con un “c’era una volta…”, avremmo quasi sempre la certezza che qualcuno venga a salvarci.
Ma non sempre è così.
Siamo stati scelti per poter scegliere, ed ognuno sceglie la vita che più gli basta.
Allegra ricomincia a correre.
E’ ora di andare.

domenica 26 luglio 2009

Momenti di ordinaria...follia


Sabato sera. Ore 18:00. Allegra rinuncia al suo jogging serale per preparare un dolce.
E’ la prima volta che lo fa. Mamma Allegra, contenta, si meraviglia di questo suo gesto.
“ Mamma è giusto che io mi metta alla prova, voglio imparare a cucinare tutto e bene”.
Si sa, le mamme sono lungimiranti, e con una sola occhiata, capisce quale sia “il vero desiderio” della sua figliola.
Ma questa è un’altra storia.
Allegra decide di preparare il tiramisù, che non ha niente di difficile se non riuscire a formare un impasto “senza grumi”.
Savoiardi, mascarpone, uova, zucchero, caffè, cacao, cioccolata fondente. Una pirofila, due ciotole, sbattitore, macchinetta del caffè.
“Vuoi che ti aiuti?” – dice mamma Allegra.
“No no…faccio io faccio io”.
Ore 18:20.
Mette la macchinetta del caffè sul fuoco e inizia a lavorare
Allegra monta i bianchi a neve e li mette in frigo. Lavora i rossi con lo zucchero facendo attenzione a non far formare grumi.
Toglie la macchinetta del caffè e ne versa il contenuto in una ciotola.
Poi aggiunge il mascarpone, lavora ancora l’impasto, aggiunge parte dei bianchi, fino a quando la sua creatura non raggiunge una consistenza bella soda. Cantando “Il cielo in una stanza”, bagna i savoiardi col caffè e li dispone in vari strati nella pirofila coprendoli con l’impasto, una spruzzata di cioccolato in polvere e una gratuggiata di cioccolato, fino ad esaurire tutti gli ingredienti.
Soddisfatta del lavoro chiede a sua madre di assaggiare un savoiardo bagnato di caffè riempito con tutto l’impasto.
Lo so lo so…non è il massimo…ma Allegra doveva sapere!!!
Cuore di mamma non può che dare l’Ok…ma fidatevi…mamma Allegra dà pane pane e vino al vino anche quando si tratta dei suoi figli.
Ore 19:45. Tiramisù in frigo, Allegra va a farsi una doccia e si veste.
Ore 20:30. La casa di Allegra si prepara a ricevere degli ospiti.
Niente di speciale, solo due coppie di zii che vogliono salutarla, le sue due cugine preferite, il cugino venuto da Mantova che se non fosse per il sangue l’avrebbe già sposata…e un’altra ospite da poco conosciuta.
Per la cena, mamma Allegra aiutata da Allegra ( non c’erano dubbi!), prepara piatti buonissimi che vengono gustati tra una chiacchierata e l’altra.
Ore 23:00. Arriva il momento del dolce.
Fratello Allegra tira fuori il tiramisù.
Questo bisogna finirlo prima di tutto perché l’ha fatto mia sorella…. E’ la prima volta, quindi ognuno deve dire se è davvero buono così vediamo se può diventare una donna perfetta”.
Allegra fa una smorfia a suo fratello mentre tutti gli altri si apprestano a riempirsi il piatto.
Non aspettano il turno di nessuno, ma iniziano a muovere la bocca ed a sorridere.
Buono. Bella di nipote brava. Anche se sono a dieta me ne prendo un’altra porzione. Hai capito brava.
Solo una persona resta in silenzio, ma la sua porzione di tiramisù finisce velocemente nel suo stomaco per allietarlo.
Allegra non le dice niente, ma continua a parlare con la sua cugina.
Mentre papà Allegra e zii Allegra si alzano per fumare, cugino Allegra esordisce:
“ Ma tu non hai detto niente, com’era il tiramisù?” – rivolgendosi all’ospite “muta”.
Cala il silenzio nel soggiorno, nemmeno stessimo aspettando il verdetto della prova del cuoco!
“ C’erano dei piccoli grumettini…uhm…” – risponde con nonchalance.
Fratello Allegra diventa tutto rosso (vorrei anche vedere!), mamma Allegra mi guarda, papà Allegra mi lancia un’occhiata come per dire: ma non ti preoccupare!, cugini Allegra si grattano una l’orecchio, l’altra la guancia, l’altro i capelli, e zii Allegra scuotono leggermente la testa.
Peccato mancasse all’appello cane Allegra. Nessuno avrebbe osato immaginare la sua azione.
Ore 23:30. Allegra si schiarisce la voce.
" Peccato non ne sia rimasto nemmeno un pò, altrimenti avrei cercato di eliminare 'i piccoli grumettini' con il cucchiaio...".
L’ospite sorride e abbassa gli occhi.
Allegra sorride e tiene alto lo sguardo.
“Signori si nasce” – diceva Totò.
Non so quanti ce ne siano di “signori” nel mondo, ma di sicuro nella lista non compare la mia ospite.
Perché a parte tutto, il mio tiramisù non era niente male.