venerdì 22 gennaio 2010

Allegra consiglia...

"Mi sono sempre chiesto perchè amore e sangue avessero lo stesso colore. Adesso lo so."



Amore. Amore. Amore.
E ancora amore.
“Amore che non vuole avere, ma soltanto amare”.

Beatrice, è l’amore.
Beatrice è l’amore e l’Amore.
Beatrice è “terremoto che fa cadere il corpo a pezzi”.
Beatrice è l’essenza di quel dolore che è amato e che ama.
Beatrice è il bianco che le scorre nelle vene ma è il rosso di un amore che respira mentre ti toglie il respiro.

Leo ha paura.
Leo “non è” perché ha paura anche di essere se stesso.
Leo ama Beatrice, anche “se lei ancora non lo sa”.

Silvia è tutto quello che Leo riceve quando è a occhi chiusi, anche se a lui sembra di avere sempre “un credito, che non verrà mai saldato”.

Il Sognatore è uno che “strappa la bellezza ovunque”, che non risponde alle domande con le sue parole, ma lo fa con la sua vita.

E poi c’è Leonardo. Il personaggio più bello. Che ama e si lascia amare, che non ha paura di farlo, che si pone le domande giuste e che ha imparato a scrivere “nero su bianco” la sua anima. Anzi, “rosso su bianco”.
Leonardo è se stesso.

Alessandro D’Avenia scrive un romanzo con la rara capacità di scavare profondamente nell’animo umano, di raccontare l’amore nelle più sottili pieghe del cuore e di saperlo inventare dal dolore.
Ma non solo.
Se il “coraggio è rosso” e “la paura è bianca”, questo romanzo scrive rosso su bianco il coraggio di chi vuole raccontare una scuola che esiste nel bianco invisibile del già detto, del già fatto e del troppo scontato.
Un’assenza che ricrea la presenza.
Un’insegnante che racconta ed insegna la vita sporcandosi di gelato.
Un sedicenne “che nasce il primo giorno di scuola, che cresce ed invecchia in soli duecento giorni”.
Leo che diventa Leonardo.
Il bianco che non fa più paura.

“Bianca come il latte, rossa come il sangue” è un romanzo per tutti: per gli adolescenti in cerca di sogni, per gli insegnanti in cerca di un motivo in più per girare tra i banchi di scuola durante le lezioni e non solo di sedersi su una cattedra, per chi ha bisogno di un abbraccio per levigare difetti e ferite, per chi ha paura di amare e non se ne accorge, per chi si riscopre ad amare il dolore, perché è lì che si svela il senso di una vita, per chi non si accontenta di scrivere nero su bianco e trova il coraggio di farlo con il rosso, perché così nessuno può correggere. Per chi guarda le stelle, credendo che tutto sia possibile.

Per chi crede in Dio, per custodire sempre nel cuore “il segreto per toccarLo”.
Per chi non crede in Dio, per domandarsi il perché non lo faccia.
“L’amore non esiste per renderci felici, ma per dimostrarci quanto sia forte la nostra capacità di sopportare il dolore”.
Leonardo lo ha fatto. E tu?

"Bianca come il latte, rossa come il sangue" di Alessandro D'Avenia, trentadue anni, laureato e dottorato in Lettere classiche, insegnante di lettere al Liceo, sceneggiatore. Questo è il suo primo romanzo, da oggi, 26 gennaio 2010, in tutte le librerie.

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