mercoledì 2 febbraio 2011

Le risposte che contano

Domenica sera.
Chiudo la porta della mia casina e accendo la luce.
Butto la borsa sulla sedia e mi levo il giubbotto.
Poi sospiro, chiedendomi: ce la farò a fare tutto?

Lunedì sera, in treno.
La carrozza è quasi vuota.
Di fronte a me una signora sulla cinquantina.
Io studio.
Sulla copertina del mio libro c'è scritto: preparazione all'esame di stato per la professione di psicologo.
Sento addosso lo sguardo della signora e alzo gli occhi.
"Ma chi te la fa fare?" - mi chiede.
Sto per rispondere, ma non mi vengono le parole.

E il treno sta per arrivare a Firenze.

Martedì mattina.
"Pulzella, fra un po' te ne vai ma preparati che il futuro sarà duro!"
Grazie. Grazie davvero per l'incoraggiamento.
Ma temo di aver capito che la tua sensibilità si mangia e basta.

Mercoledì mattina. Cioè stamattina.
Una ragazza quattordicenne in lacrime. Non la smette più.
Guarda lui. Poi guarda lei.
Infine guarda me e mi dice: "la settimana scorsa mi hai detto che potevo stare tranquilla, hai visto invece?"
Apro e chiudo la mia penna.
"Anche tu la pensi come loro?" - continua.
Cerco di dirle qualcosa per rassicurarla.
"Anche tu! Anche tu sei come tutti gli altri, come tutti loro, anzi sei peggio, mi avevi promesso che andava tutto bene! Cattiva!"
Mi sento morire.
E vorrei piangere insieme a lei, andarle vicino, dirle che è per il suo bene.
Ma devo stare al mio posto.

Torno a casa e sospiro guardando alla finestra.
Ricordo un momento della mia adolescenza, quando non volevo tagliarmi i capelli.
Eppure ne avevano bisogno.
Erano troppo lunghi e pieni di doppie punte.
Dovevo tagliarli.
Mi avevano promesso che dopo sarebbero diventati più belli. E più forti, anche.
Ma io non ci credevo.
E in quel momento, quando la parrucchiera si mise a sforbiciare tutte le mie ciocche, la odiai con tutta me stessa.
Odiai lei, le forbici, i miei capelli, tutta la mia vita. In quel momento.
Ma poi...con il tempo, mi accorsi che quel taglio era davvero necessario.
I miei capelli diventarono più belli e più folti. E ridivennero di nuovo lunghi.
Senza quel taglio sarebbero rimasti brutti e sciupati, come tutto ciò che non si rinnova.
A volte abbiamo bisogno di tagliare qualcosa nella nostra vita, per poi, dopo un po' di tempo, vederla diventare più bella e più forte, come i capelli dopo un nuovo taglio, anche se quel momento ci sembra il più terribile da vivere.


Non sono cattiva. Loro, soprattutto, non lo sono.
Un giorno lo capirai.

"Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi,
se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena
o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido,
non avrò vissuto invano."
Emily Dickinson

Sorrido.
Signora, forse ora sono capace di darti una risposta.