C'era l'odore della terra dopo la pioggia.
Quell'odore che non dimentichi, perché ce l'hai sempre dentro quando la pioggia non ti basta mai.
C'era tanta gente schiacciata in un unico bolo, sparpagliata davanti all'entrata o attaccata l'una dietro l'altra in una fila inimmaginabile.
Eppure, nessuno voleva andarsene via. Nemmeno io.
Volevo vederlo ed ascoltarlo, per capire se quell'effetto boomerang che mi colpiva ogni volta che leggevo le sue parole e ogni volta che gli prestavo attenzione attraverso la scatola magica, esisteva davvero.
Fuori c'era un maxi schermo, per dare la possibilità a chi, come me, non è riuscito ad entrare.
Ma ero felice di essere lì, nonostante tutto.
Cominciò a parlare, e capii, che quell'effetto boomerang non era soltanto un'illusione.
Seduto su uno sgabello, con la camicia rossa e la giacca nera, parlava... entrandoti dentro.
"Una libreria protegge le parole. E le parole non muoiono mai. Per questo volevo ritornare a parlare con voi in una libreria."
La mia amica fece una smorfia e anche la maggior parte della gente, desiderosa di entrare in quel piccolo posto dove però, non c'era più spazio per nessuno.
Tranne che per i sogni, di cui lui stesso parlava.
I sogni degli uomini, di cui ognuno è responsabile.
Essere responsabili significa non abbassare la testa perché "tanto è tutto uno schifo", significa non dire "tanto ci pensano gli altri, io che c'entro?", significa fare bene il proprio lavoro anche se gli altri non lo fanno, significa credere di fare parte di un mondo che possiamo vivere senza esserne succubi, significa avere paura...sì, tanta paura, significa dirsi ogni giorno "ma chi me la fa fare?" eppure continuare a lottare, significa non abusare della parola amore perché è troppo preziosa per svenderla in ogni dove, significa credere in qualcosa o in qualcuno, perché "cresce solo chi è sognato".
Significa essere parte dell'uomo, non solo essere uomo.
Nessuno voleva smettere di battere le mani, perché quel tocco non era soltanto un elogio o una sviolinata.
Ma un ringraziamento.
Non solo per tutte quelle parole che salvano la vita, ma soprattutto per tutta la vita che ogni giorno regala sulla sua pelle.
Tornando a casa mi sono chiesta come ci si possa sentire ad avere tanta gente che spera e crede in tutto ciò che fai.
Ma soprattutto, come ci si possa sentire ad avere una vita così libera nell'anima e nella testa, ma così imprigionata nel corpo perché le pecorelle si trasformano in lupi.
La risposta l'ho trovata nell'ultima frase che ha pronunciato, tra gli applausi e le urla, presa a prestito da un americano di cui tutti conoscono il nome.
Se puoi sognarlo, puoi farlo.
E tu lo stai facendo.
Grazie...Roberto.