... ai miei quattro nonni che da lassù non smettono di seguire ogni mio passo.
A U., il mio "quinto nonno" che mi ha vista crescere e lo fa ancora oggi immerso nel blu del cielo.
A P., la mia infanzia della finestra di fronte strappata troppo presto.
A L., che da poco è distesa su un letto di fiori continuando sempre a ripetermi "grazie dottoressa".
A M., la mia piccola grande stella.
"La morte non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte: è come fossi passato nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo saremo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami.
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perchè dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono solo dall'altra parte, dietro l'angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore, la mia tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami.
Il tuo sorriso, è la mia pace."
Henry Scott Holland