sabato 13 marzo 2010

Allegra consiglia...



Shhh...I'm reading.
Quante volte lo abbiamo detto?
Io, personalmente, tante.
Potrei iniziare a parlarvi di un libro che mi ha inchiodato all'ultima pagina fino all'una di notte con un "C'era una volta..."
Sì, perchè la storia di Emma e Federico sembra una favola. Una favola moderna con un'anima antica.
Una favola in cui nell'era della tecnologia più all'avanguardia, due persone si scrivono lettere in cui si raccontano la vita.
Lettere scritte a mano.
In particolare lui, con inchiostro rigorosamente verde.
Lettere che partono da Milano e che arrivano a New York.
Lettere che partono da New York e che arrivano a Milano.
Emma ha un sogno: aprire una libreria.
Ma non una di quelle che assomigliano ai grandi magazzini, con le scale mobili e gli addetti sparsi negli angoli più remoti, rigorosamente introvabili quando hai bisogno di un libro che non trovi.
Il suo sogno sembra fuori di testa perchè ha la forma di una libreria familiare, una di quelle dove leggere un libro è come sentirsi a casa, dove i clienti si conoscono e dove una libraia non batte scontrini dalla mattina alla sera, ma parla con i suoi clienti che, tra una pagina e l'altra, possono sorseggiare tè o cioccolato in una tazza con su scritto: shh...I'm reading.
E poi c'è la vita.
Ogni romanzo la racconta.
E poi c'è la speranza.
In ogni romanzo bisognerebbe trovarla.
E poi c'è la sfida.
Ogni romanzo ne lancia una.
E poi c'è l'attesa.
In ogni romanzo la si vive.
E poi c'è il dolore.
Ogni romanzo lo stringe in un abbraccio.
Il 10 aprile è vicino.
L'ultima pagina del romanzo della loro vita sembra essere scritta in nero, non in verde...eppure, Emma e Federico sapranno ritrovarsi?

"Per salvarsi si legge. Ci si consegna ad un gesto meticoloso, una strategia di difesa ovvia ma geniale. Per salvarsi si legge. Linimento perfetto. Perchè forse per tutti, leggere è fissare un punto per non alzare lo sguardo sulla confusione del mondo, gli occhi inchiodati sulle righe per sfuggire a tutto, le parole che una a una stringono il rumore in un imbuto opaco fino a farlo colare in formine di vetro che chiamiamo libri. La più raffinata e vigliacca delle ritirate. Dolcissima. Chi può capire qualcosa della dolcezza se non ha mai chinato la propria vita, tutta quanta, sulla prima riga della prima pagina di un libro? Quella è la sola, e più dolce custodia di ogni paura. Un libro che inizia..."

dal libro "Noi due come un romanzo" di Paola Calvetti


Il sito dell'autrice http://www.paolacalvetti.it/

Il booktrailer del libro (consiglio vivamente di guardarlo perchè è meraviglioso con una musica di sottofondo dolcissima) http://www.youtube.com/watch?v=n9zgBLKZtx8


BUON FINE SETTIMANA DALLA VOSTRA ALLEGRA...ANCHE DI BUONE LETTURE!



domenica 7 marzo 2010

Di te...

Di te non ho mai scritto.
In tutti questi anni non ho mai sentito il bisogno di farlo.
Forse perché ti avevo sempre accanto, forse perché a volte non ci capivamo, forse perché sapevo che avresti letto tutto e quindi, ho preferito lasciare che i pensieri non assumessero la forma delle parole.
Ma oggi questi pensieri sono fuori di testa, come la maggior parte della mia vita…diresti forse tu.
Per fermare la loro corsa devo solo cucirgli addosso le parole, e lo faccio ora: da fuori di testa a dentro una pagina bianca.
Di stoffa ce n’è abbastanza, in sei anni non abbiamo fatto altro che ricamarla con le giornate più folli, con le chiacchierate più lunghe, con le nottate senza lo scoccare dell’ora, con i nostri sbagli e con le nostre scuse, con pianti e risate incontenibili, con silenzi a volte troppo soli.
Di te vorrei scrivere che non ce la farei a vivere senza di te.
Di te vorrei scrivere che forse non avrei compreso una parte del mondo senza di te.
Di te vorrei scrivere che sicuramente non avrei conosciuto una parte di me senza di te.
Venticinque anni fa io ancora non c’ero.
Sono arrivata pochi mesi dopo e molti anni più tardi ho bussato alla porta della tua stanza, accorgendomi, nell’istante in cui la mia mano schiusa a forma di pugno batteva su quel legno che avrebbe incorniciato gran parte dei nostri giorni, di bussare soprattutto alla porta della tua vita.
Queste parole sembrano una dichiarazione d’amore, ma a volte l’intensità di un’amicizia vale molto di più.
Siamo molto diverse e quasi tutti si chiedono come facciamo ad andare d’accordo.
Ma il segreto, forse, sta proprio nel trovarsi laddove le strade sembrano dividersi.
E’ bello che tu venticinque anni fa sia nata, ed è bello che oggi io sia qui a scrivere di essere felice di far parte della tua vita e di ricordare tutte le volte in cui ho avuto bisogno di te, perché in un’amicizia è bello poterlo dire, e tutte le volte in cui, anche nel silenzio e nella distanza, sapevo che da qualche parte esistevi.
Oggi ho cucito a questi pensieri il vestito migliore, che non può non avere come sutura finale un “grazie” che tante volte non ti ho detto o ti ho detto forse troppe volte.
E sai cosa ti dico?
Oggi, nel giorno del tuo compleanno, il regalo l’ho fatto più a me.
Perché tra tanti vestiti che ho indossato nella mia vita o che ho lasciato nell’armadio della memoria, è proprio questo uno di quelli che più mi sta a pennello.
Buon compleanno...tu sai chi sei.