"Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto"
(Gv 19,37)
E' l'ora del silenzio, dell'attesa, dell'infinito domandare.
Spesso sfugge cosa sia il dolore, l'agonia, la morte.
Sfugge tanto quanto la verità e tanto quanto sfuggiamo a noi stessi nell'ora della disperazione.
Non possiamo chiederTi nulla, non riusciamo a farlo.
Non possiamo parlarTi, dirTi che non volevamo.
DirTi che ci dispiace.
Sappiamo solo guardarTi.
Scusa, ma è quello che riusciamo a fare.
Non volevamo farTi male...proprio noi che non riusciamo ad accettare il dolore e la disperazione, perchè ci fanno paura.
E perchè siamo deboli.
Tu ci hai insegnato ad abbracciarli, noi li abbiamo rinfacciati a Te.
Tu ci hai insegnato a capirli, noi li abbiamo cuciti addosso a Te.
Tu ci hai insegnato ad amarli, noi li abbiamo intrecciati sulla Tua testa.
Tu li hai accettati, li hai portati addosso...passo dopo passo e respiro dopo respiro.
E non hai pensato a Te.
Hai pensato a noi.
Come hai fatto?
Come si fa a dimenticare, ad accettare il dolore e a perdonare?
Insegnacelo, perchè non sappiamo farlo.
C'è fuoco e sangue, c'è pentimento e dolore, c'è pianto e disperazione.
Ma c'è Amore.
In ogni chiodo, in ogni spina, in ogni urlo, in ogni fitta di dolore: è perfetta quella croce per Te.
E' perfetto il Tuo amore nel nostro imperfetto bisogno d'amare.
Persino la smorfia del Tuo dolore è un sorriso perfetto.
Sai a chi assomigli?
Alla faccia della mezzaluna sfumata dal bianco delle nuvole in una notte di grigio inverno.
E noi assomigliamo alla colpa, che Tu stesso hai amato.
Insegnaci ad amare e ad essere capaci di farlo.
Ne abbiamo bisogno come il sole della luna per poter rinascere ogni nuovo giorno.
Stacci davanti.
Di lato.
Dietro.
In alto.
In basso.
Dovunque.
Stacci dentro.
Ma non ci abbandonare come oggi abbiamo fatto noi con Te.
Perchè il dolore non sarebbe speranza senza di Te.
Stacci dentro, come Tu ci vuoi.
Anche oggi, nel silenzio e nel buio di queste lunghe e dolorose ore.