Dovevo scriverti ieri, ma ho avuto una brutta giornata...e non volevo dedicarti quella.
Ti scrivo oggi, e lo faccio qui perché te lo avevo promesso.
Voglio raccontarti una storia.
Sai come nasce una perla?
Un corpo estraneo entra nel guscio della conchiglia e da lì non può più uscire.
Il mollusco che vive all'interno della conchiglia lotta per combattere contro questo predatore e per difendersi comincia a crearsi una sorta di guscio liscio e duro, chiamato madreperla.
Il predatore continua a rimanere dentro la conchiglia e il mollusco continua sempre a proteggersi creando intorno a lui, strato dopo strato, questo guscio, fino a coprire del tutto il corpo estraneo.
Da qui nasce la perla.
Questa è un po' la metafora del dolore.
Quando il dolore entra nella nostra vita, di qualsiasi pasta sia fatto, è un estraneo da cui noi dobbiamo difenderci per non scomparire sotto la sua indomabile presenza.
Come fa un mollusco nella sua conchiglia, abbiamo bisogno di rendere quel dolore uguale a noi, ricoprendolo, strato dopo strato, di tutte quelle piccole grandi cose di ogni giorno che ci rendono quello che siamo, per poi non averne più paura e anzi, trasformarlo in una perla.
Vorrei che tu avessi sempre la forza di un mollusco nella sua conchiglia, senza avere paura di avere paura.
La paura e il dolore ci rendono umani, e molte volte sono la chiave di accesso alla bellezza del nostro presente.
Lascia spazio a quel dolore, guardalo in faccia e rendilo simile a te.
E' questo quello che vorrei per te...che tu scoprissi presto la tua perla così da avere sempre fame della vita: della tua e di quella degli altri.
Perché la vita si guarisce con la vita.
Solo con la vita.