mercoledì 13 maggio 2009

Los Angeles,10 marzo 1928. Christine Collins,(Angelina Jolie), lascia il figlio Walter a casa,per recarsi al lavoro. Al suo ritorno,la casa è vuota e non c'è traccia di Walter. Si rivolge subito alla polizia,ma realizza immediatamente che il Dipartimento non è intenzionato ad offrire l'aiuto ed il supporto che la donna si aspettava. Dopo 5 mesi il capo della polizia, ragionevolmente sospettato di corruzione,dichiara il caso risolto e riporta a Christine il figlio ritrovato. Ma la madre non riconosce nel ragazzino riportatole suo figlio e manifesta il proprio disappunto al comandante in malafede,reclamando il suo diritto alla giustizia,al punto tale da scontrarsi apertamente con le autorità. In un conflitto che la vede perdente,Christine è affiancata dal Reverendo Guistav Briegleb,(John Malkovich), paladino in feroce contrasto con i soprusi del Dipartimento e degli organi governativi. Gli eventi narrati nel film fanno riferimento ad un caso di rapimento ed omicidio di bambini,fatto agghiacciante che si intreccia con il racconto che sviluppa la sua centralità sulla figura ed il dramma di Christine. Entrambi i fatti,realmente accaduti,sono stati riportati alla luce dallo sceneggiatore J. Michael Straczynski,informato dell'esistenza di documentazioni relative al caso Collins, negli archivi del municipio di Los Angeles.Il film non si limita ad esporre gli atroci fatti relativi ad un caso di rapimento ed il dramma vissuto da una madre devastata dal dolore,ma si allarga a descrivere il contesto nel quale la storia si sviluppa. In uno scontro tra il singolo individuo ed il potere costituito,il corpo di Polizia,realmente corrotto ed inefficiente,che non lascia respiro ai diritti fondamentali dell'uomo,per il raggiungimento del proprio interesse,l'intento del regista è di evidenziare la lotta contro la sopraffazione. Il fittizio impegno della polizia, qui vergognosa figura di una falsa giustizia, contrasta con il reale dolore di una caparbia donna,violata nella sua dignità,che si ostina in una ossessiva ricerca della verità. La Los Angeles degli anni ' 20,viene dipinta come uno scenario nel quale vive una società che si relaziona alla donna nei termini di un sessismo al limite della segregazione. Christine Collins rifiuta il ruolo nel quale la sua società la emargina e si oppone al punto da essere ella stessa punita e rinchiusa in un manicomio,nel quale sono ricoverate solo donne,tutte vittime della stessa situazione.Il film dipinge un quadro di una Los Angeles dove il complesso degli elementi politici e governativi,assistenziali,comprese le strutture sanitarie,è accusato di abuso,corruzione,menzogna ed inettitudine e rende chiara l'idea che è da confutare l'immagine di "un'età felice",per una città gettata nel degrado morale. L'accorato appello di Eastwood ai diritti ed all'innocenza dei bambini è stato già trattato in "Un mondo perfetto",del 1993 e nel drammatico "Mystic River",2003. In entrambe le pellicole,la purezza dei piccoli è assurta a valore supremo su ogni diritto e dovere dell’uomo.Centoquaranta minuti di film, senza intervallo. Centoquaranta minuti di silenzio assoluto in tutta la sala. Non potevo crederci che fosse una storia vera, è invece lo è. Los Angeles come ieri, mondo come è oggi. Purtroppo, il valore supremo dei bambini troppo spesso viene dimenticato e messo da parte. Purtroppo, la denuncia di film come questo non si accompagna ad una totale presa di coscienza. Il silenzio che è seguito durante i titoli di coda e durante l’uscita di tutti noi dal cinema, è stato esemplare. Il cuore degli uomini è toccato da queste assurdità.

1 commento:

Anonimo ha detto...

beh e che fai mi traslochi senza avvisare???bello mi piace qui,tanto tanto.un abbraccio e a presto!Myricae