Ho cominciato ad odiare gli addii all'età di sedici anni, quando ho smesso di ballare.
E' stato come tagliare un secondo cordone ombelicale.
Mai più correre per non arrivare tardi alle lezioni, mai più toccare quella sbarra per afferrare sogni, mai più arrabbiarsi con la stanchezza sentendo urlare un "di nuovo" dall'insegnante.
Un taglio netto.
Il sipario si chiude.
E si apre un diario.
Pagine vuote, come la scena di un palcoscenico che più non mi appartiene.
La punta di una penna, come quella di una scarpetta chiusa in un baule.
Oggi, la mia mano dona forma ad un nuovo addio.
Ad un posto che per cinque anni mi ha accolto e protetto nella sua grandezza.
Che ho amato ed odiato nella sua quotidianità.
Che mi ha formato e fatto crescere più di quanto io credessi possibile.
"Lo straordinario risiede nel cammino delle persone comuni"
Paulo Coelho
Io l'ho sperimentato...e so che non mi basteranno tutti gli anni che Qualcuno sta scrivendo insieme a me, per raccontare "quanto si cresce" lontani da casa, giorno dopo giorno, sacrifici dopo sacrifici, pensieri dopo pensieri, respiri affannosi dopo respiri affannosi.
Da un bottone che cade al cucinarsi un piatto caldo, dal pulire la stanza allo sbrigare le pratiche necessarie, dal saper prendere le piccole grandi decisioni all'infilare la chiave nella toppa e a respirare una stanza vuota.
Cresci e neanche te ne accorgi.
Diventi donna e ancora per strada alcuni ti scambiano per una bambina.
Se è vero che "lo straordinario risiede nel cammino delle persone comuni", posso dire di aver respirato questo "straordinario" negli occhi e nei cuori di chi ho avuto accanto per questi cinque significativi anni, e che porterò per sempre nle cuore.
Se otto anni fa ho imparato ad odiare gli addii, oggi mi scopro ad amarli, trasformandoli in un arrivederci.
Si apre per me un nuovo scenario, lontana da casa e lontana dal posto in cui ho vissuto in questi cinque anni.
Lontana, ma vicina nei ricordi e nel mio "arrivederci".
Questo post è dedicato alle amiche che in questi anni hanno vissuto insieme a me "gomito a gomito", che come me hanno girato la chiave nella toppa a volte stanche e a volte affannate, a volte felici e a volte con una lacrima da asciugare, a volte soddisfatte ed altre con una smorfia sul viso.
A volte in solitudine e a volte con la voglia di bussare alla porta accanto prima di infilare la propria chiave.
Ed in più, a tutte le persone che con un sorriso ed una parola gentile, hanno reso migliori le mie giornate.
Grazie, dello "straordinario" che avete regalato alla mia vita.
9 commenti:
Gli addii hanno sempre un qualcosa di triste e di affannoso.
Abbiamo sempre la speranza che siano un ARRIVEDERCI, come scrivi tu, ma spesso questo non succede ed il tempo poi fa il suo corso.
Bello quello scrivi, fortunate le persone che lo ricevono.
Forte, interessante il soggetto di questo post.
Verrò a curiosare nel tuo blog, m'ispira molto.
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Saludos
Un amico in comune mi ha detto che sei anche una scrittrice....e mi ha dato anche l'indirizzo del blog.
Ma respiri ogni tanto????
Bè...è proprio interessante leggere qeuello che scrivi, anche perchè ognuno può ritrovarsi nelle frasi e nei pensieri.
Tornernò spesso, non ti libererai facilmente di me.
Anonimo: è vero, spesso questo non succede, ma quando i rapporti sono veri ed autentici, gli addii non sono mai tali.
Cioara Andrei: qui sei la benvenuta!
El Abuelo: Felicito el tu blog yo tambièn.
Cavaliere Oscuro: e chi sarai mai? Comunque se mi conosci come dici, sai che respiro e che lo faccio ancora di più impegnandomi in quello in cui credo. Qui sei il benvenuto.
Sì, si dice ADDIO...ma poi la vita farà il suo corso e se i legami sono veri, si mantengono e ritornano.
Certo, dipende a chi si dice addio, se si vuole chiudere una storia è un'altra cosa,ma nel post non si parla di questo.
Ciao Alle Alle!!!!
Federico
Quanto si cresce... anche lontano da ciò che si è amato, e che non c'è più.
Non mi riferisco al 'ricordo', ma al fatto che si continua a crescere insieme alla cosa, persona, luogo, ragione stessa della nostra vita che fu. Difficile dirlo, eh? Ho incontrato persone che mi hanno insegnato cosa significhi abbracciare la vita quando la vita ti leva qualcosa, a cui tenevi immensamente.
Carmen mi sembra che la tua separazione dalla danza sia stato uno strappo dolorissimo. Mi dispiace, sarebbe bello che tu non avessi sofferto, sarebbe bellissimo se tu ancora oggi ballassi come ballavi ancora.
Ecco, quello che non c'è più, in quella determinata forma, la ritroverai più in là, in un'altra forma, che magari non ti aspetti... ancora più stupenda e fonte di vita.
"Ecco, quello che non c'è più, in quella determinata forma, la ritroverai più in là, in un'altra forma, che magari non ti aspetti... ancora più stupenda e fonte di vita." - la sto già trovando...
E grazie... ;)
:-) meraviglia, dentro e fuori di te
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