“C’era una volta un bambino. Aveva nove anni.
Si chiamava Matteo.
Viveva con i suoi genitori e due sorelle più grandi.
Quel giorno, chiuso in quella stanza grigia, attorniato da tante persone, non voleva parlare.
L’aveva fatto già troppe volte, proprio in quella stanza.
Nessuno gli aveva creduto.
E quel giorno, con il suo silenzio, regalava la conferma a chi la pretendeva.
Era tutto falso, si era inventato tutto.
Quel signore non aveva la camicia gialla.
Quel signore non era in quel giardino, ma a casa con la sua famiglia.
Quel signore non conosceva Matteo.
Non l’aveva mai visto.
“Matteo si è inventato tutto…è un bambino.
E un bambino, spesso, diventa una cosa sola con la fantasia.
Un bambino immagina e non distingue cosa sia la realtà dalla fantasia.
Magari ha visto un film in televisione, oppure ha sentito qualcosa.
Ma non è successo realmente”.
Con queste parole si concluse l’udienza.
Matteo aveva nove anni.
Nessuno gli aveva creduto.”
I bambini possiamo incontrarli dappertutto: camminando per le strade, entrando in un autobus, correndo in un parco, affacciandoci ad una finestra, facendo la fila ad un supermercato.
E’ strano come “tutti noi, o quasi,” quando vediamo un bambino cambiamo viso.
Li guardiamo e sorridiamo.
E spesso loro ricambiano il nostro sorriso.
C’è una cosa però che, nella mia piccola vita, non sono riuscita ancora a capire.
“Tutti o quasi” siamo dalla parte dei bambini e “quasi” sempre.
I bambini sono indifesi, i bambini hanno bisogno di cure, i bambini sono sorprendenti, i bambini sono vivaci, i bambini allietano il mondo, i bambini fanno sorridere.
Tutto vero.
Ma ci siamo mai chiesti cosa significhi essere dalla parte dei bambini?
Cosa significhi metterli al primo posto e donare loro la giusta importanza?
Quasi mai.
Il perché va cercato nell’adultocentrismo, di cui siamo consapevoli ed inconsapevoli al tempo stesso:perché facciamo fatica a credere ai bambini, perché “i bambini sono una cosa sola con la fantasia”, perché i bambini inventano tutto, perché i bambini a tre, cinque, dieci anni sono “capaci” di inventarsi dettagli e ricordi, e invece “non sono capaci” di dire la verità.
Siamo sicuri di tutto questo?
Io no.
"Un bambino cieco mi chiese come era fatto il sole ed io glielo spiegai, poi mi chiese come era fatto il mare ed io glielo spiegai, poi mi chiese come era fatto il mondo ed io chiudendo gli occhi e piangendo...glielo INVENTAI!"
Jim Morrison
Si chiamava Matteo.
Viveva con i suoi genitori e due sorelle più grandi.
Quel giorno, chiuso in quella stanza grigia, attorniato da tante persone, non voleva parlare.
L’aveva fatto già troppe volte, proprio in quella stanza.
Nessuno gli aveva creduto.
E quel giorno, con il suo silenzio, regalava la conferma a chi la pretendeva.
Era tutto falso, si era inventato tutto.
Quel signore non aveva la camicia gialla.
Quel signore non era in quel giardino, ma a casa con la sua famiglia.
Quel signore non conosceva Matteo.
Non l’aveva mai visto.
“Matteo si è inventato tutto…è un bambino.
E un bambino, spesso, diventa una cosa sola con la fantasia.
Un bambino immagina e non distingue cosa sia la realtà dalla fantasia.
Magari ha visto un film in televisione, oppure ha sentito qualcosa.
Ma non è successo realmente”.
Con queste parole si concluse l’udienza.
Matteo aveva nove anni.
Nessuno gli aveva creduto.”
I bambini possiamo incontrarli dappertutto: camminando per le strade, entrando in un autobus, correndo in un parco, affacciandoci ad una finestra, facendo la fila ad un supermercato.
E’ strano come “tutti noi, o quasi,” quando vediamo un bambino cambiamo viso.
Li guardiamo e sorridiamo.
E spesso loro ricambiano il nostro sorriso.
C’è una cosa però che, nella mia piccola vita, non sono riuscita ancora a capire.
“Tutti o quasi” siamo dalla parte dei bambini e “quasi” sempre.
I bambini sono indifesi, i bambini hanno bisogno di cure, i bambini sono sorprendenti, i bambini sono vivaci, i bambini allietano il mondo, i bambini fanno sorridere.
Tutto vero.
Ma ci siamo mai chiesti cosa significhi essere dalla parte dei bambini?
Cosa significhi metterli al primo posto e donare loro la giusta importanza?
Quasi mai.
Il perché va cercato nell’adultocentrismo, di cui siamo consapevoli ed inconsapevoli al tempo stesso:perché facciamo fatica a credere ai bambini, perché “i bambini sono una cosa sola con la fantasia”, perché i bambini inventano tutto, perché i bambini a tre, cinque, dieci anni sono “capaci” di inventarsi dettagli e ricordi, e invece “non sono capaci” di dire la verità.
Siamo sicuri di tutto questo?
Io no.
"Un bambino cieco mi chiese come era fatto il sole ed io glielo spiegai, poi mi chiese come era fatto il mare ed io glielo spiegai, poi mi chiese come era fatto il mondo ed io chiudendo gli occhi e piangendo...glielo INVENTAI!"
Jim Morrison
Di bambini come Matteo ne esistono, purtroppo, tanti.
Di adulti che affermano che i “bambini s’inventano tutto”, ne esistono troppi.
Di persone che s’impegnano per proteggerli, difenderli ed essere “con verità” realmente dalla loro parte…sì, ce ne sono.
Il venti novembre del 2009 si festeggia la giornata mondiale del fanciullo.
In questa occasione il Movimento per l’Infanzia organizza nelle sedi di tutta Italia una giornata per presentare progetti, conoscenze e ricerche scientifiche per la creazione di un futuro a misura di bambino, non solo a misura di adulto.
L’infanzia è la risorsa più preziosa che abbiamo e sono i bambini i portatori di tutti quei valori che dovrebbero essere a fondamento di ogni società: bambini lo siamo stati, bambini lo siamo ancora.
Questa pagina di diario è un po’ diversa dalle altre.
Oggi vi invito ad una riflessione profonda, non solo su queste mie parole, ma su tutto quello che succede nel mondo intero, nei più nascosti ed impensabili angoli della nostra quotidianità.
Non solo sui fatti eclatanti che tanto attirano la nostra attenzione come se vivessimo nel grande fratello tutti i giorni, ma su quelle “guerre invisibili” che si consumano ai danni di un bambino.
Prima, con una violenza, in un posto qualsiasi.
Poi, con un’altra violenza, in un’aula di tribunale.
Infine, con l’ennesima violenza, nella vita di tutti i giorni.
"Un bambino cieco mi chiese come era fatto il sole ed io glielo spiegai, poi mi chiese come era fatto il mare ed io glielo spiegai, poi mi chiese come era fatto il mondo ed io chiudendo gli occhi e SORRIDENDO...glielo RACCONTAI!"
Di adulti che affermano che i “bambini s’inventano tutto”, ne esistono troppi.
Di persone che s’impegnano per proteggerli, difenderli ed essere “con verità” realmente dalla loro parte…sì, ce ne sono.
Il venti novembre del 2009 si festeggia la giornata mondiale del fanciullo.
In questa occasione il Movimento per l’Infanzia organizza nelle sedi di tutta Italia una giornata per presentare progetti, conoscenze e ricerche scientifiche per la creazione di un futuro a misura di bambino, non solo a misura di adulto.
L’infanzia è la risorsa più preziosa che abbiamo e sono i bambini i portatori di tutti quei valori che dovrebbero essere a fondamento di ogni società: bambini lo siamo stati, bambini lo siamo ancora.
Questa pagina di diario è un po’ diversa dalle altre.
Oggi vi invito ad una riflessione profonda, non solo su queste mie parole, ma su tutto quello che succede nel mondo intero, nei più nascosti ed impensabili angoli della nostra quotidianità.
Non solo sui fatti eclatanti che tanto attirano la nostra attenzione come se vivessimo nel grande fratello tutti i giorni, ma su quelle “guerre invisibili” che si consumano ai danni di un bambino.
Prima, con una violenza, in un posto qualsiasi.
Poi, con un’altra violenza, in un’aula di tribunale.
Infine, con l’ennesima violenza, nella vita di tutti i giorni.
"Un bambino cieco mi chiese come era fatto il sole ed io glielo spiegai, poi mi chiese come era fatto il mare ed io glielo spiegai, poi mi chiese come era fatto il mondo ed io chiudendo gli occhi e SORRIDENDO...glielo RACCONTAI!"
Sarà possibile, un giorno, raccontare a tutti i bambini della terra che il mondo che vorrebbero non c’è bisogno d’inventarlo… perché esiste già?
Riflettete…e se potete, partecipate alla giornata del 20 novembre nella vostra città.
E’ solo un passo, ma è già qualcosa.
Riflettete…e se potete, partecipate alla giornata del 20 novembre nella vostra città.
E’ solo un passo, ma è già qualcosa.
13 commenti:
Rifletto e ti dico grazie per queste parole cariche di forza e speranza.
Leggendo quella favola mi è venuta la pelle d'oca.
E' una storia vera?
Lorenza
Bello questo post.
Non c'è altro da aggiungere...bisogna riflettere, appunto,e sperare che qualcosa cambi.
Credo che bisognerebbe fare ognuno un passo per cambiare le cose.
Il mondo non si muove da solo.
Grazie Allegra, tu sai perchè.
Non vorrei essere pessimista, ma credo che la frase capovolta di Morrison non saremo mai in grado di raccontarla.
Roberto
Secondo me c'è troppa paura di parlare, è un tema che fa paura, e che comunque terrorizza.
Grazie per queste parole, riflettere su questo, non è mai troppo.
E' una storia vera quella di matteo?
Mi hai fatto venire i brividi.
Bellissima l'immagine...rende perfettamente il fulcro del post, che auguro a voi di raggiungere e a tutti noi.Perchè i bambini sono tutto.
Caterina
Ho sentito parlare del Movimento per l'Infanzia. Grazie per quello che fate.
Nessuno può contraddirti, quando scrivi queste parole.
Grazie Carmen.
Andrea
La storia di Matteo è una storia vera, anche se il nome è inventato.
Carmen! Sono all'estero e qualche volta mi connetto! Anche se con due giorni di anticipo ti faccio tanti e tanti auguri di buon compleanno per mercoledì!
Un bacio
Arianna
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