Durante un incontro del mio seminario di scrittura espressiva, ho chiesto ai ragazzi di strappare un foglio dal loro quaderno(sì ho sottolineato proprio “strappare” tanto da lasciare il segno) , di scrivere su quel foglio il passo di un libro, il verso di una poesia, il pezzo di un testo di una canzone in grado di descrivere al meglio loro stessi e poi di riporre il foglio piegato in una scatola.
Poi io pescavo ad uno ad uno un foglio e lo leggevo al gruppo, dal quale ogni volta nasceva una discussione sul senso e sul significato di ogni passo o verso.
Alcune parole mi sono rimaste particolarmente impresse, tanto che, tornata a casa, le ho riscritte e rilette.
Oggi le conosco senza bisogno di leggerle, come le parole di una poesia imparata da piccola.
Chissà da quanto tempo il cuore di tante persone ne ha memoria.
Memoria di vita vissuta. Non di letture ripetute.
Un ragazzo o una ragazza scrisse:
“Ho coltivato nel mio spirito un giardino di rose, l’ho nascosto dentro una scorza dura. Fuori ho messo un cartello con scritto: vietato l’ingresso ai cattivi”.
Giovanni Allevi
Quel foglio strappato divenne metafora di un’anima strappata.
Dopo la lettura nessuno parlò. Aspettai, ma poi quel silenzio impose il coraggio, da parte mia, di guardarli negli occhi e di domandare e domandarmi, cosa possa spingere a coltivare un giardino di rose, a nasconderlo dentro ad una scorza dura e a vietare l’ingresso ai cattivi.
La paura.
La non voglia di soffrire.
La certezza incerta di vivere coccolati dalla “scorza dura”.
Capita a tutti, credo, di nascondersi.
Capita a tutti, credo, di avere paura.
Capita a tutti, credo, di vietare l’ingresso ai cattivi.
Chi sono i cattivi?
Non sono forse coloro di cui abbiamo paura?
Non sono forse coloro che assomigliano a chi ci ha fatto male?
Non sono forse coloro che hanno a loro volta paura e che con la loro paura ci fanno male?
Uno strappo rimane.
Perché abbiamo bisogno di ricordare per poter elaborare e poi magari dimenticare.
La scatola è piena di versi, di passi di libri e di pezzi di canzoni.
In ogni strappo c’è una vita che si riconosce, uno sguardo che si perde, un sorriso che non si dimentica.
Un’anima che non si arrende, anche se nasconde le sue rose in una scorza dura.
Ma quella rosa c’è…ed è stata anche coltivata.
E forse un giorno, quello spirito riuscirà a sentirne l’odore.
Un profumo così buono, che saprà diffondersi anche oltre il cartello “vietato l’accesso”.
Perché vietiamo l’accesso?
Di cosa avremmo bisogno per non farlo?
Poi io pescavo ad uno ad uno un foglio e lo leggevo al gruppo, dal quale ogni volta nasceva una discussione sul senso e sul significato di ogni passo o verso.
Alcune parole mi sono rimaste particolarmente impresse, tanto che, tornata a casa, le ho riscritte e rilette.
Oggi le conosco senza bisogno di leggerle, come le parole di una poesia imparata da piccola.
Chissà da quanto tempo il cuore di tante persone ne ha memoria.
Memoria di vita vissuta. Non di letture ripetute.
Un ragazzo o una ragazza scrisse:
“Ho coltivato nel mio spirito un giardino di rose, l’ho nascosto dentro una scorza dura. Fuori ho messo un cartello con scritto: vietato l’ingresso ai cattivi”.
Giovanni Allevi
Quel foglio strappato divenne metafora di un’anima strappata.
Dopo la lettura nessuno parlò. Aspettai, ma poi quel silenzio impose il coraggio, da parte mia, di guardarli negli occhi e di domandare e domandarmi, cosa possa spingere a coltivare un giardino di rose, a nasconderlo dentro ad una scorza dura e a vietare l’ingresso ai cattivi.
La paura.
La non voglia di soffrire.
La certezza incerta di vivere coccolati dalla “scorza dura”.
Capita a tutti, credo, di nascondersi.
Capita a tutti, credo, di avere paura.
Capita a tutti, credo, di vietare l’ingresso ai cattivi.
Chi sono i cattivi?
Non sono forse coloro di cui abbiamo paura?
Non sono forse coloro che assomigliano a chi ci ha fatto male?
Non sono forse coloro che hanno a loro volta paura e che con la loro paura ci fanno male?
Uno strappo rimane.
Perché abbiamo bisogno di ricordare per poter elaborare e poi magari dimenticare.
La scatola è piena di versi, di passi di libri e di pezzi di canzoni.
In ogni strappo c’è una vita che si riconosce, uno sguardo che si perde, un sorriso che non si dimentica.
Un’anima che non si arrende, anche se nasconde le sue rose in una scorza dura.
Ma quella rosa c’è…ed è stata anche coltivata.
E forse un giorno, quello spirito riuscirà a sentirne l’odore.
Un profumo così buono, che saprà diffondersi anche oltre il cartello “vietato l’accesso”.
Perché vietiamo l’accesso?
Di cosa avremmo bisogno per non farlo?
17 commenti:
Chissà perchè...sapevo che prima o poi, da quel giorno avrei trovato scritto qualcosa del genere.
Ecco perchè ho controllato assiduamente il suo blog negli ultimi giorni.
Ci fu silenzio nell'aula sì...forse perchè si tende sempre a nascondere.
Quello che stiamo facendo con lei è qualcosa di profondo, che ogni volta che torno a casa mi permette di riflettere e di guardarmi dentro.
A martedì!
p.s.: non si dimentichi di portarci quello che ci ha promesso!!!!!
Io credo che il "vietato l'accesso" sia molto spesso una copertura, più che una scelta reale.
Basta scoprire che l'altro non è poi tanto nemico, per calare il cartello.
Penso che avremmo bisogno di più fiducia nei confronti nell'altro.
Bellissima quella frase di Allevi!
Quanti anni hanno i ragazzi in questione? Se sono trppo giovani mi fa male scoprire che coltivano rose ma ne vietano l'ingresso...
Vietiamo l'accesso perchè non vogliamo soffrire.
Non vogliamo farlo di nuovo oppure non vogliamo proprio iniziare.
Il dolore fa male. Troppo, poi, non va bene.
Perchè vogliamo aprire il nostro cuore verso chi ci fidiamo...solo verso chi vogliamo che lo custodisca.
Sperando che lo faccia.
Ciao piccola!
Grazie...
Quella della frase
E' un'anima che grida...quella che nasconde le rose dentro ad una scorza dura...
Mi ci riconosco in pieno!
Sa cosa penso?
Che ogni volta che si scrive un pò si cerca di levare la scorza dura di cui in fondo tutti ci rivestiamo.
Ricordo cosa ci disse il primo giorno che è venuta da noi dandoci i quaderni: voi siete ciò che scrivete.
Scrivendo esprimiamo ciò che si nasconde dentro la scorza, ma anche la scorza stessa.
Noi siamo questo: le rose e la scorza.
La dolcezza e la durezza.
A martedì!
Un suo partecipante
Bello il lasciar "strappare" il foglio...
Che soddisfazione questa ragazza!
;-)
"E forse un giorno quello spirito riuscirà a sentirne l'odore"...ma forse già lo sente, solo che non riesce ad esternarlo.
C.
In ogni strappo c'è una vita che si sta facendo largo nel mondo...e che cerca di trovare la sua strada.
Bentornata cara...ci abbandoni più del solito in questo periodo!
Caterina
Anonimo: manterrò la promessa! ;-)
SerenoPocoNuvoloso: sì, credo che la fiducia sia una delle chiavi più preziose...
Roberto: hanno 15 anni.
Lorenza,Anonimo delle 21:03, Federico, Cavaliere Oscuro, C.: non perdiamo la fiducia...
Quella della frase: il post era soprattutto per te!;-)
Mio partecipante: uao!Profonda e delicata la tua riflessione!
Allegro: lo strappo non è sempre negativo, giusto?
Caterina: non vi abbandono...siete sempre nei miei pensieri!
Giusto!
"Non sono forse coloro che hanno a loro volta paura e che con la loro paura ci fanno male?"
Puoi spiegarlo?
Se amiamo chi ha paura di farlo, è questa paura a farci male.
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