lunedì 2 novembre 2009

"Anche io ero una spiga che cresceva nei campi"


Cara Alda,
non eri tu quella che diceva: non sono felice della mia morte, ma me ne dovrò andare (Cara Federica)?
Sì, eri proprio tu.
La stessa di cui m’innamorai in un giorno di inverno quando, insieme a mia madre, uscii per fare compere.
Lei voleva comprarmi una maglietta nuova…ma io volevo un libro.
E’ sempre stato così: ho sempre preferito un libro ad un vestito nuovo.
Così quel giorno comprai “Clinica dell’abbandono”, innamorandomi perdutamente della tua poesia.
In tanti versi mi riconoscevo, tanti versi ho amato e altrettanti ho odiato.
Ma c’era sempre qualcosa in quelle pagine che riusciva a trasmettermi voglia, disperazione, tormento, amore infinito.
Sì…amore infinito impregnato di dolore. Quel dolore anch’esso amato, perché figlio dello stesso amore.
“Sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida” (La volpe e il sipario) – , un modo per esorcizzare il dolore, la presenza\assenza di un bisogno, il contatto con i propri sentimenti quasi sempre in guerra tra di loro.
Spesso ciò che muove una mano su un foglio bianco, è l’assoluto bisogno di condividere un dolore, di guardarlo in faccia e di rivestirlo di parole.
Così diventa un dolore cambiato, un dolore condiviso, un dolore descritto e ripetuto, un dolore compreso e forse, assolto.
C’è un passo, scritto da te, che ricordo di aver segnato su un foglio appeso alla parete della mia vecchia stanza “Il potere dei poeti è molto esiguo: un foglio bianco, molta solitudine, qualche strappo al cuore, e una guerra o due”.
Non ricordo quando lo scrissi né quando lo cancellai, ma vi rimase il tempo necessario per scriverlo nel cuore e non dimenticarlo più.
Ho cercato d’insegnare a dei ragazzi che scrivere può far bene, non so se loro lo hanno imparato, ma io spero di poterlo fare ancora.
Con le tue poesie, tu mi hai insegnato quanto scrivere possa riuscire ad esorcizzare il dolore, senza dimenticarlo… e ti ringrazio per questo.
Grazie soprattutto per aver scritto che “le più belle poesie si scrivono davanti ad un altare vuoto”(La terra santa), perché possiamo sempre ricordare che scrivere permette anche di descrivere un vuoto che dobbiamo essere in grado di riempire a partire da noi stessi e che le parole più belle nascono quasi sempre da quel dolore che impariamo ad amare e che poi ci fa crescere e diventare “grandi” pur rimanendo piccoli.
Come te..."una spiga che cresceva nei campi".

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Che gran bel post.

Anonimo ha detto...

Dolcissima, mi commuovi sempre.

Caterina ha detto...

La Merini è stata davvero una grande poetessa! Bello il verso che hai messo come titolo.

Anonimo ha detto...

Bellissimo.
Anche se io avrei preferito la meglietta nuova!

Anonimo ha detto...

Mi chiedevo, però: perchè scrivete solo quando state male?
P.

Cavaliere Oscuro ha detto...

Allegruccia(va bè tanto tutti ti chiamano così) ma è morta?Cioè non tu, Alda Merini?
Mi ha fatto venire i brividi la conclusione della lettera...

Anonimo ha detto...

Se posso rispondere a P.
Questo succede quasi sempre.Ma non è escluso che si scrive anche quando siamo felici.
Per esempio, l'autrice di questo blog, nonchè nostra "insegnante di scrittura dei ricordi", ci ha permesso di poter scrivere i nostri ricordi.Alcuni belli e alcuni brutti.
Scrivere fa bene, sia che si scrivono dolori o gioie.
Certo che però, nel momento in cui si scrivono i dolori "lo si guarda in faccia", come scrive Allegra e dà la possibilità a volte di superarlo.
Michele

p.s.: da quello che ho scritto ho imparato qualcosa dai suoi seminari?

Anonimo ha detto...

Cavaliere oscuro...vivi o no nel mondo????

Cavaliere Oscuro ha detto...

Sì vivo nel mondo. Non capisco perchè mi risponde un anonimo ad una domanda semplice con questo tono.

Anonimo ha detto...

Ma come mai la nostra Allegra non risponde più ai commenti?

Allegra ha detto...

P.: Michele ha risposto per me. Non a caso la scrittura viene utilizzata anche come pratica terapeutica.

Michele: sono orgogliosa di te!E di tutti voi.Quello che vi ho detto stamattina è la pura verità!

Cavaliere Oscuro: dai su non ti arrabbiare, il mondo fuori è già così difficile...almeno qui cerchiamo di mantenere la calma!

Anonimo: presente! ;-)

Anonimo ha detto...

Ah meno male signorina...pensavo non ci degnassi più della tua splendida presenza!